Nell’ambito della salute e del benessere femminile, nei mesi successivi al parto, la diastasi dei retti addominali è emersa come una condizione notevolmente rilevante per le sue ripercussioni estetiche e funzionali. Questa patologia, definita dalla separazione dei muscoli Retti dell’Addome, va oltre l’impatto sull’aspetto fisico, influenzando profondamente la qualità della vita delle pazienti attraverso dolore, disagio e varie problematiche legate alla salute dell’addome.
L’approccio chirurgico, spesso considerato come soluzione definitiva per la correzione della diastasi, viene valutato attentamente per i suoi benefici immediati in termini di recupero dell’integrità fisica e estetica. Tuttavia, nonostante l’alta efficacia in termini di risultati visibili, la chirurgia addominale comporta una serie di considerazioni che vanno oltre la semplice risoluzione del problema estetico. Tra queste, i costi non trascurabili, il rischio di complicazioni post-operatorie e di recidiva rappresentano gli aspetti più dibattuti e pesanti nella decisione della paziente. L’intervento, oltre a non risolvere i sintomi associati alla diastasi, è un qualcosa di molto invasivo che comporta un cambiamento di tutti i tessuti. Sarà quindi importante e necessario prevedere sessioni di fisioterapia per andare a intervenire a posteriori sul trattamento di tali tessuti.
Dal punto di vista economico, l’intervento chirurgico per la correzione della diastasi dei retti addominali può essere proibitivo per molte, non sempre coperto da assicurazioni sanitarie o sistemi di salute pubblica, a causa della sua classificazione tra gli interventi di chirurgia estetica. Inoltre, la chirurgia, con la necessità di anestesia, tempi di recupero e potenziale per effetti collaterali come infezioni o cicatrici mal gestite, porta le pazienti a considerare attentamente le alternative.
Negli ultimi anni, l’interesse verso approcci non chirurgici al trattamento della diastasi è cresciuto, supportato da evidenze scientifiche che attestano l’efficacia di metodi basati sulla fisioterapia, esercizi specifici e un approccio olistico alla salute del paziente. Questi metodi, oltre a presentare un profilo di rischio molto più basso rispetto alla chirurgia, offrono una soluzione più accessibile e, per molte, una scelta preferibile per il trattamento di una condizione così complessa e poco conosciuta.
Mi chiamo Maria e questa è la mia storia
Dopo la mia seconda gravidanza, mi ritrovavo spesso a riflettere su come il mio corpo fosse cambiato rispetto al mio primo parto. Non sono mai stata una sportiva o particolarmente fissata col mio corpo, ma mi accorgevo che nonostante fossi tornata al mio peso forma, c’era qualcosa che non tornava: il mio addome non era più lo stesso, e questa cosa mi pesava ogni volta che passavo davanti a uno specchio. Non era solo una questione estetica; era il dolore lombare costante a ricordarmi che c’era un problema più profondo.
Avevo sentito parlare della possibilità di risolvere il problema con la chirurgia. Anche mia madre, che lavora in ospedale, mi aveva presentato un chirurgo. Le promesse di un risultato immediato e definitivo erano allettanti, ma qualcosa dentro di me resisteva. L’idea di sottopormi a un intervento chirurgico mi riempiva di ansia; pensare alle possibili complicazioni, al tempo di recupero, ai costi… tutto questo mi spaventava.
In questo marasma di dubbi e perplessità, ho trovato un sostegno fondamentale in mio marito. È stato lui a incoraggiarmi a cercare alternative, a non arrendermi all’idea che l’unico modo per sentirmi di nuovo bene con me stessa fosse la chirurgia. Abbiamo passato sere intere sul web, leggendo testimonianze e cercando soluzioni. E così, quasi per caso, abbiamo scoperto che c’era un altro modo per affrontare la diastasi addominale. Donne come me, con le stesse paure e gli stessi dubbi, avevano intrapreso percorsi non chirurgici e avevano trovato una via verso il benessere.
Questo mi ha dato la forza di provare, di credere che potessi trovare una soluzione che rispettasse i miei tempi e il mio corpo. Ho iniziato un percorso basato su esercizi specifici, attenzione alla postura e un approccio che considerava non solo il fisico, ma anche il mio stato emotivo e psicologico.
Al contrario di quello che dicevano alcune delle testimonianze che avevo trovato su internet, in una sola seduta e una serie di esercizi ripetuti da sola a casa, il mio fisico ha mostrato un cambio sin da subito: vedere la mia circonferenza addominale ridursi, sentir meno dolore e, soprattutto, riacquistare fiducia in me stessa e nel mio corpo, è stata una delle esperienze più gratificanti della mia vita.
La mia storia non è unica, ma è la testimonianza che esistono vie alternative alla chirurgia per affrontare la diastasi addominale. È un messaggio di speranza per tutte le donne che, come me, cercano una soluzione che le faccia sentire nuovamente in armonia con loro stesse. La strada verso il recupero è possibile, e non dobbiamo aver paura di esplorare tutte le opzioni disponibili.
Oltre la chirurgia
La storia personale di Maria mette in luce una problematica con cui molte donne si confrontano dopo il parto. È importante sottolineare che, sebbene la soluzione chirurgica rappresenti un’opzione valida ed efficace in alcuni contesti, non è assolutamente adatta a tutti i casi. Infatti, la decisione di ricorrere alla chirurgia dovrebbe essere valutata attentamente, considerando che, per molte donne, esistono approcci meno invasivi che possono offrire risultati soddisfacenti senza i rischi e i costi associati agli interventi chirurgici.
Tuttavia, è fondamentale integrare questa narrazione con una comprensione scientifica e umana dell’approccio non chirurgico adottato per il trattamento della diastasi, un metodo che si distingue per la sua efficacia e sensibilità nei confronti della paziente.
Grazie all’expertise della Dott.ssa Maria Giovanna Marchese Ragona, il programma adottato per Maria ha rappresentato una vera e propria svolta nel campo del trattamento della diastasi. Contrariamente all’approccio invasivo della chirurgia, questo metodo si basa su un approccio olistico che parte dal portare nella paziente la consapevolezza del problema e iniziare un percorso personalizzato di esercizi, trattamenti e buone pratiche per far tornare la persona nella sua totalità a piacersi e a stare bene. Attraverso una serie di sedute individualizzate, la Dott.ssa Marchese Ragona ha lavorato a stretto contatto con Maria, sviluppando un percorso terapeutico che includeva esercizi mirati per il rinforzo della parete addominale, consigli e attivazioni utili per gestire correttamente lo stile di vita. Questo approccio integrato si è dimostrato non solo efficace nel ridurre la diastasi e migliorare la qualità della vita di Maria, ma ha anche rafforzato la sua autostima e la fiducia nel proprio corpo.
La chiave del successo di questo metodo risiede nella sua capacità di adattarsi alle specificità di ciascun caso, offrendo un percorso personalizzato che tiene conto delle esigenze, delle aspettative e dei tempi di recupero di ogni donna.
Se la storia di Maria trova eco nelle tue esperienze o nelle tue preoccupazioni, vogliamo che tu sappia che non sei sola. Esistono professionisti e programmi, come quello di MYDIASTASI®️, pronti a supportarti nel tuo percorso verso il recupero, offrendoti soluzioni su misura che rispettano il tuo corpo e i tuoi tempi. Non è necessario accettare la diastasi come una conseguenza inevitabile della gravidanza o del parto. Insieme, possiamo lavorare per scoprire il miglior percorso di guarigione per te, per aiutarti a ritrovare la forza, la fiducia e l’armonia con il tuo corpo.